Liliana Resinovich: disposta la riesumazione della salma
Le autorità hanno disposto la riesumazione della salma per effettuare nuovi accertamenti.
Cosa è realmente accaduto a Liliana Resinovich? La donna di 63 anni è scomparsa il 14 dicembre 2022 ed è stata ritrovata il 5 gennaio 2023 senza vita. Una notizia che potrebbe far luce sulla verità della sua morte. I dubbi sono stati mossi dal fratello su cosa avrebbe fatto il marito nei giorni precedenti la scomparsa.
il sostituto procuratore Maddalena Chergia della Procura di Trieste, tramite ha ritenuto fondamentale disporre la riesumazione del corpo della 63enne per fare luce, in modo definitivo, sulla vicenda.
Poichè è stato disposta “la procedura dell‘accertamento tecnico non ripetibile, l’incarico è stato affidato a un collegio di consulenti.“.
Le parole del Fratello a Fanpage: “Sulla vicenda sono ormai molto confuso anche io, ma sono sicuro che il marito (Sebastiano Visintin ndr) sappia cosa è successo a mia sorella. Io sono certo che non si sia suicidata, non lo avrebbe mai fatto”, ha detto l’uomo.
Giulia Tramontano
Sviluppi per il caso dell’omicidio Giulia Tramontano, la ragazza incinta ammazzata dal compagno Alessandro Impagnatiello. Il prossimo 18 gennaio Impagnatiello sarà a processo con rito immediato.
l’avvocato Samantha Barbaglia ha rilasciato dichiarazioni riportate da il cittadino in merito alla difesa del proprio assistito, seguito in collaborazione con l’altra legale, Giulia Geradini: Non abbiamo nessuna intenzione di ricorrere alla richiesta di una perizia psichiatrica”, mettendo così a tacere alcune delle indiscrezioni che erano circolate nelle scorse settimane sulla possibile strategia difensiva dell’uomo.
Giovanna Pedretti
Il giallo della morte di Giovanna Pedretti si intensifica. Cosa è successo alla titolare della pizzeria ‘Le Vignole’ di Sant’Angelo Lodigiano trovata senza vita nel Lambro domenica? La storia della donna, coinvolta in un botta e risposta sospetto per una recensione sul suo locale si è presa la scena nell’attualità e nella cronaca italiana suscitando grande clamore mediatico. Le ultime scoperte – dalle tracce di sangue nell’auto alla verità che verrà a galla nell’autopsia – chiariranno, forse, ogni punto.
Giovanna Pedretti, la titolare della pizzeria “Le Vignole” a Sant’Angelo Lodigiano, è stata tragicamente trovata senza vita sulle sponde del fiume Lambro.
La sua storia aveva guadagnato notorietà in precedenza quando aveva risposto a una recensione negativa da parte di un cliente che aveva lamentato di aver mangiato “accanto a dei gay e un ragazzo in carrozzina” nel suo locale. Questo episodio aveva attirato l’attenzione dei media e delle reti sociali, con alcuni utenti che avevano messo in discussione la sua risposta. In risposta alle critiche, la ristoratrice aveva invitato il cliente a non tornare nel suo ristorante. Al momento, dai primi rilievi, pare che la donna di 59 anni si sia uccisa tagliandosi i polsi all’interno della sua auto prima di finire nelle acque del fiume ed essere poi ritrovata.
Pierina Paganelli
Pierina Paganelli, la donna di 78 anni tragicamente uccisa a Rimini, continua a generare interrogativi e ipotesi. Il DNA trovato sulla scena del crimine non corrisponderebbe a nessuno dei quattro sospettati principali – Manuela Bianchi, Loris (fratello di Manuela), Louis Dassilva e Valeria Bartolucci. Queste persone, vicini di casa della vittima, sono al centro delle indagini fin dai primi momenti successivi al delitto. Nonostante i mesi trascorsi, l’assassino di Pierina Paganelli rimane sconosciuto, così come resta incerto se abbia agito da solo o con complici. La famiglia Paganelli, tuttavia, non ha perso la fiducia nell’operato degli inquirenti. L’avvocato Lunedei sottolinea l’impegno costante nella ricerca della verità.
In conclusione, il caso di Pierina Paganelli rimane un mistero intricato, con molti interrogativi ancora aperti. La smentita dell’avvocato Lunedei riguardo il DNA sconosciuto aggiunge un ulteriore strato di complessità, portando a riflettere sull’importanza di basare le indagini su prove concrete e procedure corrette
Emanuela Orlandi
La storia di Emanuela Orlandi, scomparsa il 22 giugno 1983, è segnata da misteri e inquietanti coincidenze, tra cui un episodio chiave avvenuto in via dei Corridori. Questa strada, oggi trasformata in una sorta di tendopoli, è stata testimone di un momento cruciale: la quindicenne, figlia di un messo pontificio, fu pedinata da una A112 con a bordo due giovani, ritenuti esponenti della banda della Magliana. Questa pedinata, avvenuta pochi giorni prima della sua scomparsa, ha rappresentato un tassello fondamentale nelle indagini che si sono susseguite per oltre quarant’anni. in occasione del 56° compleanno di Emanuela, suo fratello Pietro ha organizzato un sit-in in piazza Cavour, Roma. A partire dalle 15.30, questo evento mira a rinnovare l’attenzione sul caso, sollecitando la ricerca della verità in un giallo che da decenni turba l’Italia e il Vaticano. La persistente richiesta di giustizia per Emanuela Orlandi continua a essere un simbolo della lotta contro l’oblio e l’indifferenza in casi irrisolti di scomparsa.
Vanessa Ballan
Secondo quanto si apprende, il principale indiziato per la morte della giovane mamma, uccisa nella sua abitazione Riese Pio X, in provincia di Treviso, il 19 dicembre scorso, avrebbe rinunciato alla richiesta di uscire dal carcere nel quale è attualmente detenuto. Una mossa alla quale va sommata anche l’interrogatorio fissato a fine mese nel quale potrebbe parlare finalmente con i pm inquirenti, raccontando la sua versione dei fatti.
L’interrogatorio annunciato per la fine del mese, in realtà, è stato già fissato al prossimo 30 gennaio. Da quanto si apprende sarà il magistrato a recarsi in carcere per incontrare Fandaj.La decisione dell’uomo, attualmente rinchiuso nel carcere di Treviso, riguardo la rinuncia alla richiesta di scarcerazione è arrivata in modo ufficiale da parte dei suoi legali. Un cambio netto di strategia difensiva visto che erano stati proprio gli avvocati della difesa a presentare l’istanza davanti al Tribunale della Libertà per chiedere la revoca del provvedimento restrittivo firmato dal gip su richiesta della Procura trevigiana.